giovedì 28 aprile 2016

La coppia dei campioni

Piero Fumagalli è un  "nordista milanista fascista secessionista", direttore marketing di una multinazionale. Remo Ricci detto Zotta fa il magazziniere in quella stessa azienda, ha un figlio in arrivo, una madre fuori di testa e un conto in banca perennemente al verde. Entrambi riescono a vincere l'ambito viaggio messo in palio dalla multinazionale per recarsi a Praga ad assistere alla finale della Champions League, a una condizione: che riportino dalla partita una foto della coppa dei campioni. Inizia così un viaggio picaresco alla Un biglietto in dueperché i nostri eroi, inizialmente atterrati d'emergenza in Slovenia, dovranno attraversare l'Europa del nordest in direzione Praga, e sopportarsi a vicenda in nome del comune obiettivo. 
Giulio Base scrive e dirige questa farsa on the road che vede protagonista la coppia comica Massimo Boldi-Max Tortora, ma mentre la regia, agile e divertita, riesce a tenere il passo e a dare abbastanza spazio ai due attori principali perché possano improvvisare, la scrittura è debole tanto nei dialoghi e nelle battute, per cui vale la valutazione di Zotta ("'sti pezzi manco alle elementari li ho fatti"), quanto nelle svolte narrative, un'accozzaglia di situazioni comiche improbabili e scollacciate che occasionalmente fanno anche ridere, ma non quagliano mai in una narrazione coesa e conseguente, men che meno in quell'escalation comica che ogni film di questo genere dovrebbe costruire. 
Spiace soprattutto per il talento sprecato di Max Tortora, che ha le corde comiche e quelle drammatiche e per cui da anni ci auguriamo un ruolo allaGassman in cui affondare i denti. I suoi tempi sono perfetti, la sua fisicità gaglioffa si presta benissimo alla commedia all'italiana, e Tortora possiede la rara dote di passare dal pianto al riso (e viceversa) con grande fluidità, restituendo amarezza e malinconia dietro la sua maschera di bellimbusto nostrano. Il personaggio di Zotta, se fosse scritto con più cura, sarebbe molto efficace: il povero cristo romano che rivendica la sua patina di cultura e rimpiange quotidianamente i troppi sogni rimasti nel cassetto, il "Che Guevara di Tor Pignattara" la cui idea di esproprio proletario consiste nel portare la moglie a fare l'amore nel letto del direttore marketing della sua azienda.
Molto più scontata la macchietta del cumenda incarnata da Massimo Boldi, imbattibile quanto a ritmo comico ma ancora legato a battute grevi e sciocche come il calembour "mistifica/mistifìca". Sia Boldi che Tortora sono "brave persone, si vede", e meritano occasioni cinematografiche migliori.

venerdì 8 aprile 2016

Troppo napoletano

Quando il suo ex marito, un popolare cantante
neomelodico,perde la vita lanciandosi dal 
palco per fare stage diving, 
Debora (Serena Rossi) si preoccupa 
per suo figlio Ciro (Gennaro Guazzo)
di undici anni. Il ragazzino sembra 
molto turbato,al punto da non mangiare 
più neanche il ragù domenicale. 
Angosciatissima la madre lo porta 
da Tommaso (Gigi), psicologo dell'infanzia 
timido e imbranato. 
Il dottore scoprirà però che a turbare 
Ciro non è solo la perdita del padre, 
quanto piuttosto le sue prime inquietudini 
amorose.I due faranno così un patto: 
lo psicologo aiuterà il bambino 
a conquistare la sua amata compagna di classe, mentre lui gli
darà una mano per farlo fidanzare con sua madre...